Le bellezze di Torino sono sotto l’occhio di tutti: dalla Mole Antonelliana a Piazza Vittorio Veneto fino al Castello del Valentino è chiaro che la nostra non è la città che tiene le sue bellezze nascoste. Eppure, ci sono dei piccoli e grandi ‘’tesori nascosti’’ che si nascondono tra i quartieri e le piazze torinese che, perfino il torinese più esperto, tende a ignorare o addirittura non conosce.
Nell’articolo di oggi, andremo alla scoperta di 7 luoghi segreti di Torino che si possono raggiungere facilmente in bici: villaggi liberty fuori dal tempo, roseti segreti, opere d’arte invisibili e fortini dimenticati, passando dal centro storico alle periferie e tanto altre bellezze in grado di affascinare tanto il turista che il torinese alla ricerca delle meraviglie nascoste della sua città.
Villaggio Leumann: un angolo Liberty fuori dal tempo
Tra Collegno e Torino si nasconde un luogo che sembra uscito da una fiaba antica: il Villaggio Leumann. Nato alla fine dell’Ottocento per volere dell’imprenditore svizzero Napoleone Leumann, questo quartiere fu inizialmente pensato come una sorta di colonia operaia modello, in cui lavoro, vita familiare e cultura potessero convivere in armonia.
Oggi rappresenta una delle testimonianze più affascinanti dello stile Liberty in Piemonte: villette color pastello in legno e muratura, decori floreali che impreziosiscono balconi e finestre, e una straordinaria chiesa neogotica, interamente costruita in legno, che domina il centro del villaggio.
Arrivarci in bici è semplicissimo: basta seguire la pista ciclabile di corso Francia per circa 30 minuti dal centro di Torino, passando già per le prime testimonianze dello stile Liberty che caratterizza le case e le viuzze del quartiere.
Il Villaggio Leumann, sospeso tra la modernità della città e l’evocativa eleganza del passato, rappresenta una meta perfetta per una sosta rilassante, qualche scatto e perché no, un attimo di immersione dove fingersi di trovarsi persi in un altro luogo e in un altro tempo.
Borgata Mirafiori
Molti conoscono Borgata Mirafiori semplicemente come uno degli storici quartieri operai della città, ma in pochi sanno che custodisce angoli di sorprendente bellezza. Tra questi spicca il Giardino delle Rose, un’oasi botanica curata con amore da volontari del quartiere. Il parco, ricco di varietà floreali, profumi e colori cangianti, offre uno spazio di quiete dove la natura si fa protagonista.
Il percorso in bici lungo il fiume Sangone è tranquillo, pianeggiante e perfetto anche per chi pedala con bambini. Una volta arrivati, oltre ai giardini, si possono scoprire tracce della Torino industriale: antiche fabbriche in disuso, palazzi storici, mercati rionali ancora vivi. È un quartiere che racconta la dignità del lavoro, la fatica e l’ingegno di una città che ha costruito il suo carattere tra catene di montaggio e cortili condivisi.
Il sommergibile Andrea Provana
Nel suggestivo Parco del Valentino, proprio lungo le rive del Po, si trova una delle rarissime testimonianze storico-navali italiane di una certa imponenza: la sezione centrale del Regio Sommergibile Andrea Provana.
Costruito nei cantieri Fiat San Giorgio di La Spezia e varato il 27 gennaio 1918, fu consegnato alla Regia Marina nel settembre dello stesso anno, quando la Prima Guerra Mondiale volgeva ormai al termine. Non prese mai parte a una missione bellica: impiegato come sommergibile d’addestramento all’Accademia Navale di Livorno, fu poi utilizzato, nel 1923, come retroguardia durante la crisi di Corfù per scoraggiare eventuali attacchi navali
A causa dei danni e dell’obsolescenza tecnologica, il sommergibile fu radiato e smantellato a La Spezia, ma la sezione centrale, comprensiva della torretta e dei cannoni, fu salvata da un’esposizione mondiale a Torino.
In occasione dell’Esposizione Internazionale del 1928, fu esposta nel Parco del Valentino, davanti al padiglione della Regia Marina. L’Associazione Nazionale Marinai d’Italia (ANMI) la acquisì nel 1933 e tuttora la custodisce con cura, permettendo visite guidate gratuite su prenotazione.
Oggi, passeggiando lungo viale Marinai d’Italia (adiacente a Ponte Isabella), si può ammirare un “relitto urbano” davvero unico: circa 28 metri dello scafo, con cabina di comando, stanzette interne, periscopio, cucina a carbone e alcuni siluri rimasti in loco.
Il sommergibile Andrea Provana è quindi molto più di un semplice reperto: è un pezzo di storia della Regia Marina, della tecnologia navale e del rapporto tra Torino e il mare.
Forte Pastiss
Immaginati sottoterra, tra le strade trafficate del centro di Torino, un vero e proprio labirinto difensivo del XVI secolo. Questo è il Forte Pastiss, una casamatta interrata costruita tra il 1572 e il 1574 per ordine del duca Emanuele Filiberto di Savoia, parte integrante della Cittadella militare della città.
Il suo scopo? Proteggere il bastione San Lazzaro da possibili attacchi sotterranei. Il nome “Pastiss”, che in piemontese significa “pasticcio”, si riferisce alla complessità della struttura: una rete articolata di gallerie di contromina, camere di combattimento e passaggi con volte trilobate, feritoie e pozzi di aerazione.
Nonostante fosse parte di un più vasto piano di fortificazioni, il Pastiss è l’unico elemento ad essere stato portato a termine. Mai coinvolto in reali battaglie, venne comunque in gran parte interrato durante l’Ottocento, con la demolizione della Cittadella e l’espansione urbana.
Fu riscoperto negli anni ’50 da due appassionati di storia militare, il colonnello Guido Amoretti e lo speleologo Cesare Volante, e successivamente riportato alla luce grazie al lavoro dell’Associazione Amici del Museo Pietro Micca. Oggi, restaurato e mantenuto, il sito è visitabile in occasione di eventi culturali o su prenotazione, ed è uno dei pochissimi esempi di architettura militare sotterranea rimasti in città.
Il Forte Pastiss conserva ancora oggi un’aura misteriosa. I visitatori possono scendere a 13 metri di profondità, dove trovano due livelli di cunicoli, scale, camere murate e pozzi di ventilazione. L’atmosfera è suggestiva: umida, silenziosa, carica di storia. È un luogo che affascina appassionati di archeologia urbana, fotografia e chiunque sia in cerca di luoghi dimenticati.
Raggiungerlo in bici è semplice. Partendo da Pizza Castello, dista circa 10–15 minuti su fondo asfaltato, con numerose piste ciclabili.
Il Dito di Colombo
Proprio accanto a piazza Castello, tra uffici e palazzi istituzionali, si nasconde una piccola opera d’arte che sfida la percezione: il Dito di Colombo. A prima vista può sembrare una semplice installazione astratta, composta da linee e volumi in apparente disordine. Ma basta spostarsi di qualche passo, trovare l’angolazione giusta… e il disegno si ricompone: un dito perfettamente definito, che punta verso l’alto, appare tra le forme.
Si tratta di un’opera di arte cinetica, concepita per essere vista solo da una specifica prospettiva. Un dettaglio che sfugge facilmente, tanto che la maggior parte dei passanti ci cammina accanto senza accorgersene.
Raggiungerla in bici è semplice, data la posizione centralissima, ma notarla richiede attenzione e curiosità. È una piccola scoperta che premia chi sa osservare, perfetta per chi ama l’arte urbana non convenzionale e i segreti nascosti nel paesaggio quotidiano. Una tappa ideale per aggiungere un tocco originale a un giro in centro.
La Casa dei Draghi
In Cit Turin, a pochi metri da Piazza Statuto, cuore della ‘’Torino Esoterica’’ si trova un palazzo che sembra uscito da un mondo fantastico: Il Palazzo Vittoria, conosciuto anche come la Casa dei Draghi. Un edificio eclettico la cui facciata decorata con sculture di creature mitologiche, tra cui spiccano draghi inquietanti e affascinanti, rappresenta la perfetta sintesi tra lo stile liberty e il neogotico francese.
L’edificio, voluto dal Cavaliere del Lavoro Giovanbattista Carrera, nacque per celebrare la vittoria del primo conflitto mondiale (da qui il suo nome, Casa della Vittoria).
Passandoci davanti, sarà inevitabile perdersi tra i dettagli che arricchiscono la faccia, in particolare i due draghi alati che si trovano ai lati del portone che rappresentano la potenza dell’Italia e il suo peso durante la I Guerra Mondiale.
Nonostante la sua maestosità, molti ci passano davanti ogni giorno, spesso ignorandola o dandola per scontata, confondendola tra le facciate degli edifici storici che riempiono la via. Eppure, basterebbe rivolgerle l’attenzione solo per un attimo per entrare in una dimensione fiabesca, dove l’architettura diventa racconto. Fermarsi qui durante una pedalata, osservare i dettagli e scattare qualche foto originale è un piccolo piacere per ritagliarsi un attimo di meraviglia e una pausa dalla routine quotidiana.
Torino è una città che si svela piano, soprattutto a chi ha voglia di esplorarla con curiosità e un pizzico di lentezza, magari in sella delle sue fidate due ruote.
Che tu sia in cerca di arte, natura, architetture insolite o semplici momenti di quiete, la città ha molto da offrire a chi la guarda fuori dai soliti schemi.
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